Federico Benincasa
Oggi, a portare avanti i pensieri e le opere del padre c'è Federico Benincasa... Allen-Autore.
Federico Benincasa educatore ed allenatore sportivo è il founder e organizzatore dal 2013 della Modena Benny Cup. Da quando è nato ha da sempre portato “rumore” nella sua vita, un rumore che crescendo è diventato ascolto e idee e soprattutto progetti rivolti sempre al prossimo e al territorio con l’intenzione di condividere e coinvolgere sempre più giovani e persone. Tra i più giovani emergenti sui palchi dei laboratori Zelig a Bologna ed altre realtà teatrali del territorio e qualche piccola apparizione in tv, fin da giovane si è sempre messo in gioco su più campi, per imparare, per capire, per conoscere le realtà che lo circondavano ma sopratutto per essere insieme agli altri. Queste esperienze, l’hanno portato poi a 21 anni a scrivere una raccolta di aforismi, citazioni e pensieri che erano attimi di vita vissuti in adolescenza. Una prima prova personale da autodidatta, ma sempre condivisa con altri. “Ognuno è qui” è il suo primo libro scritto e disegnato insieme appunto ad altre persone, proprio perché la condivisione è il motore che accendere ancora meglio le sue idee. Dopo aver girato l’Italia con lo zaino in spalle e condiviso anche con artisti di strada parigini il suo scritto, continua ad allenare diverse squadre del territorio per rimanere al passo e iniziare progetti sociali per il territorio di Modena già alla giovane età di 18 anni. Il 2007 dopo aver lasciato i campi da arbitro di calcio federale, diventa a tutti gli effetti allenatore di calcio, seguendo e condividendo con il padre il campo, la vita e i progetti insieme. Una passione che l’ha travolto fin da bambino e che finalmente poteva trasmettere ai giovani. Qualche anno dopo la scomparsa del padre, nel 2013 vive un vero passaggio di testimone. Dopo la lunga malattia vissuta con il papà e la sua scomparsa, decide di prendere il suo posto come responsabile di un settore giovanile locale, che doveva ripartire e da li grazie anche alla vicinanza del segretario e dei ragazzi che allenava che l’hanno supportato, realizza nuovi progetti di inclusione con il comune, si affilia a comunità locali e riesce a sfiorare la vittoria di un torneo con la sua categoria Juniores. Lo sport ha vinto e lo stare insieme ha prevalso, tanto che nell’estate successiva decide di intitolare una manifestazione in memoria di suo papà Lorenzo Benincasa. Il padre dei trofei, volontario e cittadino onorario di Finale Emilia, veniva intitolata la Modena Benny Cup, evento che appunto non doveva dividere, per categorie, per settori, per etnia, ma il punto focale era la condivisone, che ha da sempre sostenuto e valorizzato Federico Benincasa nelle sue idee e progetti. Stava per nascere un nuovo rumore, che presto, in pochi anni è stato accolto dalla cittadinanza in maniera positiva e ancora oggi vuole tornare per valorizzare gli sport e le passioni dei nostri cittadini, nonché aggregare sempre più giovani, bambini e famiglie alla lotta contro i tumori, per la quale scendiamo in campo.
Il Padre del Trofeo
Lorenzo Benincasa
"Benny - Coach"
Tutto ebbe inizio dal campo della Monari, di cui tagliava l’erba come se fosse un piccolo Wembley, fino a diventare “Benny - Coach”, maestro per centinaia di ragazzi.
Questi scoprivano sotto la sua sapiente guida che, partendo dalle basi, con le sette parti del piede, si poteva camminare, correre e calciare fino a girare il mondo e conoscere la bellezza ecumenica di questo sport.
Lorenzo Benincasa
“Se si prende un impegno lo si mantiene fino alla fine”
Come ogni padre sacrifica la propria vita per il bene della famiglia ed è esempio silenzioso nella vita di tutti i giorni, Lorenzo Benincasa è stato padre anche per lo sport e la solidarietà, scrivendo pagine della storia “calcio” di Modena per oltre 35 anni.
Negli anni 80’ fu uno dei primi a organizzare e partecipare al “GothiaCup” a Goteborg in Svezia, con due team della nascente Gino Pini; poi toccò alla Saliceta S. Giuliano partecipare alla “Faow Cup”in Belgio dove conquistò il titolo di campione.
Arrivano gli anni 90’ e Benincasa, dopo le innumerevoli esperienze estere con i suoi atleti, colpito dall’improvvisa scomparsa Di Enzo Ferrari, partorì l’idea di un trofeo in suo onore.
Quella che era nata per essere una competizione amichevole tra società locali, venne accolta da tutto il mondo che rispose alla chiamata di Benny, pronto, da parte sua, ad ospitarlo nella sua Modena.
Nasce così il “Trofeo Enzo Ferrari” manifestazione internazionale per la Ferrari Auto di Maranello e in seguito, premio solidale UILDM (Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare) di Modena.
Nell’ estate del 1994 Benny portò la S. Faustino Rosselli negli Stati Uniti per partecipare al “suo” Mondiale: la “USA Cup”.
Lorenzo guidò nel Minnesota i suoi ragazzi perché imparassero a vivere il calcio sempre con la consapevolezza di poter imparare qualcosa per se stessi e poterlo condividere con gli altri.
Il mister ha sempre incentivato lo spirito di aggregazione e di gruppo in ogni sua squadra di calcio come nel suo staff tecnico, nelle varie società con cui ha collaborato.
L’obiettivo non era tanto alzare la coppa alla fine dell’anno, perché per lui si poteva alzare anche una coppa gelato, bensì valutare bene le scelte fatte, che vengono prima dei risultati, e impegnarsi a portarle a termine con spirito di sacrificio e forza di volontà.
Non solo attivo sui campi di calcio ma anche sui campi della Protezione Civile dove, da diversi anni, collaborava come volontario e coordinatore della CME (Cucina Mobile Emergenza), dove ci si allena, sì, ma per la popolazione, la sicurezza e le necessità del territorio.
In più di un’occasione è stato punto di riferimento, sia per il terremoto a L’Aquila nel 2008 e, soprattutto, in occasione del sisma modenese del 2012, dove ha gestito e coordinato i campi a Finale Emilia.
Anche la malattia non ha mai fermato le idee e i progetti di Benincasa, responsabile del settore giovanile della Gino Pini sino in fondo, a testimonianza di una vita spesa per il prossimo.
Un esempio che vivrà per sempre nel ricordo di quanti l’hanno avuto come mister, come compagno di lavoro, come guida
e come padre